Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Passa l'amore. Novelle

241514
Luigi Capuana 50 occorrenze
  • 1908
  • Fratelli Treves editori
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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Passa l'amore. Novelle

umllmente il canonico. - Perchè, signor canonico? - Non saprei come soddisfare gli obblighi, signor marchese. Non si può dire più d'una messa al

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Dapprima il barone aveva crollato le spalle, sorridendo di compassione alle osservazioni della baronessa che gli manifestava timidamente i suoi

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sacrifizio, nessuna sofferenza gli sembrava, tale da non doverla affrontare, da non doverla sopportare in vista della vittoria della lite, che di giorno

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domanda d'interdizione. Ercole riprendeva le sue caccie; Marco non lasciava in pace la baronessa perchè gli desse i mezzi di costruire in casa loro il gran

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Il barone aveva ricevuto una lettera di Rosaria che gli domandava perdono e gli annunziava la sua partenza per Siracusa, dove era la casa delle Suore

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aveva mangiato soltanto un po' di pane! - Che fate più qui, barone? gli aveva detto don Emanuele Cerrotta. - Ora aspettiamo la sentenza.... favorevole

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o parte della serata seduto sur un gran sasso davanti al portone, con una specie di coma che gli faceva socchiudere gli occhi e abbandonare la testa

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e viveva con poco, accumulando tenacemente gli scarsi guadagni e ingegnandosi di farli fruttare quanto più potevano con caute speculazioni che non

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, l'avea comprata, con poco, giacchè - borbottavano gli invidiosi - gli piovevano addosso tutte le fortune! E non si era contentato di ripulirne la facciata

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merce non figura. E Marina continuava a sbattere gli oggetti, a spolverarli, a collocarli bene in mostra. In poche settimane il negozio sembrava un

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?... E fa la gelosa! - E tu prendilo e buttalo via! Giovanni gli diè tale occhiataccia che il suocero strizzò gli occhi per guardarlo meglio in viso

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. Aveva perdonato la moglle, che gli stava attorno umile, dimessa, e non osava più di toccar niente, di spostar niente nel negozio, quasi il contatto

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minacciosamente il braccio, in tono profetico. Un'idea, una grande idea gli era balenata tutt'a un tratto nella mente, e se n'era sentito sùbito invasare

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riattamento che venivano allestiti là di faccia per trasformare le due botteghe di erbaiuoli destinate a sede del Fascio dei Reduci. Ma il Sindaco o gli altri

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trombe suonavano la diana all'alba, e poi il rancio e poi tutti gli altri segnali del regolamento. Verso le undici, Cipolla si appostava davanti

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! Dimentica e si consola subito. - È giovata la predica allo Storto? O gli è entrata da un orecchio e gli uscita dall'altro? - domandò il garzone

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stizza), era un furbo di tre cotte, alla prima seduta del Consigllo, appena ii cavaliere entrò nella sala, gli andò incontro, gli strinse la mano, si

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sindaco? Chi aveva gridato: Dal cavallere? Non se ne seppe mai nulla. La folla irruppe per diverse vie, gli uomini con le accette, le donne coi tizzi

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agli incendiari, agli assassini, e ripristinare l'ordine pubblico. - Quel Cipolla era persona di sua fiducia? - gli domandò il Giudice Istruttore

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con una pagina del Kant, ecco la signora Garacci che viene a mutare lei stessa gli asciugamani, e che mi mette a parte delle sue preoccupazioni di

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, quantunque fosse andato ad arruolarsi nel battaglione dei Corsi e avesse combattuto contro gli svizzeri nell'assalto di Catania. Soltanto una volta quel

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Quell'angosciosa nottata egli non l'aveva dimenticata più; il riverbero di quegli incendii gli era rimasto davanti agli occhi, e negli orecchi i

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Vittorio Emanuele, ma Garibaldi, anzi San Garibaldi come egli lo chiamava, scoprendosi il capo quando gli capitava di nominarlo. E andava a lavorare in

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trovato una coraggiosissima donna la quale si era rassegnata a sposarlo e gli aveva regalato due figli diritti come fusi. Il nomigliolo però era rimasto

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vicine e di far sapere a chi voleva e a chi non voleva saperli, tutti gli affari del padrone. La sua intenzione era di glorificare li sant'uomo che

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, con gli sportelli, pel servizio pubblico; l'altro, interno, per circondare di un po' di mistero le operazioni di distribuzione, di contabilità e il

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gli scalini sbocconcellati del suo Studio notarile, si fermava su la soglia della porta, col pomo della mazza sotto il mento, zufolando sommessamente in

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e ortiche alte così che parevano alberelli. Donna Rita non sapeva dove mettere i piedi, atterrita di vedere le bambine sguinzagliate sotto gli archi

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notaio, che cominciava a sentire gli acciacchi della vecchiaia, aveva passato terribili nottate e bruttissime giornate col vento di levante che urlava e

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vedersele spighire in casa. E perciò dava ragione a sua moglie che timidamente gli diceva: Bisogna pensarci! Ma in che modo? Conducendole alla fiera

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la Trisuzza sussurrò qualcosa a Tinu, che rispose affermativamente con gli occhi. - Via, lesto - disse donna Ortensia. - E riflettete bene intorno a

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socchiudeva gli occhi, aggrottando le sopraciglia. Pensava all'antica: per lui i trovatelli erano muli; e a loro doveva provvedere soltanto il re, che voleva

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; forse gli voleva più bene appunto per questo; intendeva di essergli doppiamente mamma, in modo da compensarlo della cattiva sorte che lo aveva fatto

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gli avevano udito recitare di sul palco, tra figli di signori ed altri compagni di scuola, la parte di angelo nella Festa dei Pastori, erano date

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poteva reclamare il figlio messo ai trovatelli, senza prima aver fatto tutti gli atti occorrenti. Tenevano chiuso il ragazzo in casa, non gli

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, e non sapeva discorrere d'altro con le persone a cui portava le citazioni e gli atti uscerili, quasi che tutti dovessero interessarsi di quella sua

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il cuore in pace! Nè lei, nè il suo birro l'avrebbero spuntata! E le grida e le minaccie e gli schiaffi (don Franco era diventato troppo manesco

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attorno per la casa, con gli occhi rossi dal pianto, squallida per la nottata passata senza dormire, a discorrere con Zitu dalla finestra di cucina

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figliuole in un mare di guai. Non aveva mai fatto niente di bene in questo mondo, e non ne faceva neppure nell'altro, pover'uomo! - Che gli costerebbe dire

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Ci mancava ora quel buon cristiano del cavalier Ferro! Gli si era piantato davanti, mentre don Pietro, a capo chino, ruminando la risposta di Tinu

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che va sbraitando di voler succhiarsene il sangue. - Parole di collera! Appena quei due saranno marito e moglie, lo Storto gli vorrà, bene più che a un

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In verità non gli era mai accaduto una cosa simile. Aveva sempre parecchi affari da sbrigare, e uno gli impediva di fissarsi troppo su l'altro. Ne

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. Già si vedeva su la collina di faccia, tra gli ulivi, la masseria dei Marrana. Prendendo la scorciatoia, a una cinquantina di passi, don Pietro scorse

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briganti. Era vero colui gli si era offerto: - "Non deve far altro che aprir bocca...." - Ma poteva fidarsi? Era stato forzato di sedersi a tavola in

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stanze, contentandosi di avere ripulite meglio le poche che dovevano servire a lui, e non erano le più spaziose e le più belle. Gli bastavano e

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gli si schiariva la mente; gli appariva netto, preciso lo stato del suo cuore, gl'incuteva terrore. Dunque, proprio verso la fine della sua vita, egli

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Padre Francesco da Montemaggiore, vedendolo entrare nella cella, pallido, con gli occhi stralunati, barcollante, balzò dalla seggiola dietro il

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, illuminava appena il tavolino e le due persone che vi erano sedute attorno, cioè: don Emanuele col berretto di astrakan calcato fin su gli occhi, il

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, triste o sfiduciata, gli aveva detto più volte: - Perchè ammattite con quelle cartaccie? Oramai, quel che è andato è andato.... - Non vuol dire! E poi

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; Feliciano, immerso negli studi legali, muto e chiuso, ruminando non si sapeva quali progetti che gli luccicavano di tanto in tanto nelle pupille nere sotto

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